Scrittura creativa

So la
forza richiesta
al mio passo.
So la
sete di essere
insieme.
So la
mole del
tempo che passa.
So la
strada dal
cuore alle vene.
Sola so
laccare di luce i ricordi
limare le unghie alle ombre
tagliare le punte agli sguardi
spianare le rughe ai silenzi.
Canto V Purgatorio
Pia de' Tolomei incontra Dante

-Chi sei, o pellegrino, che qui giungi
con spirto illustre a farti compagnia?
Gli occhi mi dicon che tu vien da lungi...
Ecco, dinanzi a te, ora c'è Pia.
Nacqui in Toscana, nella bella Siena
ma in Maremma finì la vita mia...
per vile mano che non ebbe pena
di tradir me, la sposa scelta pria.-

-Mi chiamo Dante e più d'ogni altra cosa,
con questo viaggio mio, lungo e sofferto,
come te cerco la meta luminosa
che infine doni pace al cuor deserto.
Donna gentile, la tua sorte ria,
illustri versi merita di certo...
Se un giorno tornerò alle mie carte,
io canterò di te che sei la Pia.-


Marzia, moglie di Catone Uticense ( I canto Purgatorio)
Io sono tra "color che stan sospesi"
in questo luogo ch'è d'eterna speme
e mi duole pensare che a Catone
nostalgia della sposa non più preme.

In nome d'un supremo ben ceduta
ad altro uomo senza avere scelta,
quando la bella età era perduta.
tornai da lui innamorata e affranta.

Ma il giorno in cui varcai la soglia amata,
non porpora né tralci profumati
accolsero la sposa ormai sfiorita.
Marzia, per fedeltà, mai fu premiata.

Ezia Di Monte
La Poesia pretende cura
Se la cerchi non si fa trovare
e come un bimbo gioca con te,
si nasconde e ti sfugge
mentre stai per ghermirla
Quando meno te l'aspetti
è lei che ti viene a cercare
ma lo fa piano
in punta di piedi
per sorprenderti
e rubarti un sorriso
Ti dona i suoni
e le parole che cercavi
e che ora ti danzano in testa
come note
d'una vecchia e sempre nuova canzone.
Tu quelle note
devi solo scriverle
sul rigo giusto
del tuo pentagramma
e farle vibrare limpide
perché corrano liete
come il canto
d'una giovane donna
in un mattino di sole
Arrenditi a lei
perché misterioso è il momento
in cui affiorerà
La Poesia è altro da te
e tu sei solo uno strumento
nelle sue mani
Così lei avviene
e tutto si compie
Chi sei, compagno mio di viaggio,
che vaghi tremante
nella selva del tuo tempo oscuro?
Non è con te Virgilio,
l'illustre mio maestro,
a sostenere i tuoi passi,
né sai dove la strada condurrà il tuo cammino.
Il buio della notte t'avvolge
come la cappa d'un cavaliere errante
Vai cercando il baglior d'una fiammella
invano,
o almeno il conforto esitante d'una mano
Ti verrò incontro e come ho imparato
dall'antico viaggio
infonderò coraggio alla tua fragilità
Con me imboccherai la giusta via
e quando avrai tutto superato
ti specchierai nella mia “IDANTITA'”

Ezia Di Monte
Donna
non smettere mai di guardare il cielo
neppure tra gli strappi delle nuvole
dopo che la tempesta t'ha annegato il cuore
e l'ultima pioggia già trema ai raggi
Tu guarda il cielo, non cercare altrove
Guardalo con occhi nuovi e fieri
non con quelli di ieri
rassegnati a un domani sempre uguale
In quell'azzurro vedrai specchiarsi il mare
e il suono delle onde accordarsi
al rumore d'una nuova alba
Sii libera
di contemplare
l'infinito
E' tempo che quel mare
da cui la vita nacque
in te, come ovunque,
a quel cielo si unisca
e accolga il tuo volo
finalmente libero.
Ezia Di Monte
Sento il silenzio assordante
della solitudine
lo sento nel cuore
cerco di ascoltare
il sangue che scorre
nelle vene
è una compagnia necessaria
ed è l'unica 
che rompe l'
assordante
Silenzio del nulla

Francesco Racaniello
Dov'è il tempo dell'oro d'autunno
fferto a grappoli d'occhi incantati?
Colta la foglia che in punta di ramo
aveva rubato il colore al tramonto,
lasciavo fuori tutti i pensieri
e a passi leggeri entravo nell'aula
con l'umile dono raccolto per strada
Allora accadeva il miracolo:
senza più forma nè nome,
la foglia era semplice gioco
passato tra piccole mani.
Infine spiccava nel foglio
il rosso disegno lasciato sul bianco,
traccia e sorriso di labbra pronte ad ogni stupore.
e un pupazzo col naso a carota
mentre la foglia vermiglia,
stretta nel libro di storie,
vedeva pian piano sparire
il suo irripetibile rosso.
Ora che ho addosso
il peso del tempo,
nessun desiderio è più nelle foglie.
Se ammiro una virtuale, certo è più bella di quella,
ormai secca tra pagine stinte.
Ma dov'è la scintilla rapita al tramonto?
Nostalgia improvvisa mi prende
Cosi infilo il cappotto
e vado a chiedere al cielo il colore che
manca
MIRAGGIO
Inattesa
una foglia color rosso vivo
si posa sulla sabbia infuocata
Presagio d'autunno,
Immobile resta
sul filo d'un istante infinito
Finchè un soffio
rivela un fremito d'ali
Scompare allo sguardo confuso
e nel liquido azzuro
la rossa farfalla si perde
in un altrove prossimo al nulla

Ezia Dimonte
Mi lascio accarezzare dal tuo silenzio
Il silenzio che mi hai lasciato.
Lo impasto col ricordo della tua voce
quando al telefono mi chiedevi: “Non vieni oggi?”
E io ti rispondevo con degli stanchi “Si”
Poi seduta di fronte a te
guardavo un corpo fragile
raccolto nella poltrona
azzurra come gli occhi umidi di cielo
e perdevo le parole
o non trovavo quelle che cercavi
Che mi dici? – chiedevi speranzosa
E io ?
non sapevo cosa dirti del mondo fuori
così lontano dal tuo unico mondo
racchiuso in quella stanza.
Perdonami mamma
Per le parole non dette.
Avrei dovuto inventarti storie,
e farti sorridere
di quel sorriso luminoso
degli anni belli.
Se le parole non si perdevano
in gomitoli di ricordi confusi,
eri tu, mamma, a raccontare
e un guizzo di vita tornava a illuminarti il viso
A me le parole morivano in gola
Sopraffatte
Così ti coprivo di raccomandazioni
Come ti senti? Hai preso le gocce? Devi bere di più!
E facevo finta di non vedere
Il tuo sguardo deluso quando andavo.
Perdonami mamma!
Tu mi hai regalato parole
Anche nel silenzio degli ultimi giorni.
Io ho saputo darti solo timide carezze
presagio del distacco.
Sento ancora tutta la prontezza della tua assenza,
Qui nel petto la sorseggio
come acqua amara
che rinfresca senza dissetare.
Ezia Dimonte
Mi sei apparsa così
In una nuvola bianca
Di tulle raffinato
In leggiadra posa…
Un viso da bambina
Coi riccioli raccolti.
Un sorriso sognante
Appena appena schiuso.
Languidi gli occhi
Guardano lontano.
Tra le mani rose bianche
Del tuo bouquet da sposa.
Bella come non mai.
Un’esile figura
Che ha fatto innamorare .

E poi ti vedo lì,
Viva nei miei ricordi.
Carica del tempo.
Il tuo sguardo lontano,,,
Teneramente
Ti bacio sulla fotografia.
Auguri. Mamma

Edmea Fantazzini
Mamma, mi hai dato la vita grande dono,
A te devo quella che sono.
Tu sei la mia guida, la mia stella,
Per te vorrei scrivere la poesia più bella
Donna forte e coraggiosa
sempre elegante
e un po’ vanitosa.
il tuo amore è rassicurante
incondizionato, immenso,
amore che perdona sempre.
E io sarò sempre la tua bambina
capricciosa e un po’ ribelle
che si lascia accarezzare dolcemente.
Nei miei momenti bui
Sempre sei presente.
Ti proteggerò perché ora sei tu
La mia bambina capricciosa
E ti dirò quello che già sai, mamma: Ti voglio bene
infinitamente
Maria Schiralli
Una frase bellissima regalatami da mio figlio
“Mamma auguri
Tu sei stata
la Prima Donna
della mia vita!”
Che amore, vero?
Pensandoci…in quell momento
Mi son detta
“ è proprio vero!”
E l’ho subito abbracciato
Aida Roncone

Dovere di una madre
È quello di ascoltare un figlio
Quando questi chiama
Invece quella sera
Quando ti chiamai
sul tuo giaciglio
restasti muta
indifferente
senza battito di ciglio
Neppure
La mia lacrima
Servì a ravvederti
A ristabilire
Nulla! Non rispondesti
Mi ferì l’offesa
così chiamai qualcuno
che ti portasse via
non senza
prima una carezza
Finì così
la tua incolpevole crudezza
senza una parola!
Un addio
Senza bagaglio alcuno
Solo una rosa bianca
Sul tuo petto
Aldo Cappelluti
Voglio ascoltare il silenzio
Nelle piazze e nelle vie.
Un silenzio che sa di preghiera.
Per ogni vecchio che muore.
Per la fine della sua solitudine.
Voglio ascoltare il silenzio
Per un mondo che gira da solo
Ma trascina su di sé tanto dolore
Tanto invisibile timore
In occhi che si affacciano senza sorriso.
Voglio ascoltare il silenzio
Come fosse un segnale di ripresa.
Come fosse vento.
Che mette fine a questo
Indicibile tormento
Vorrei ascoltare solo
la pace
che mi regala.
Mirella Iannaccone 
Lucho,

ai confini del mondo
ti aspetta
ostinato e forte
un unico albero
che a te rassomiglia.
Nella nebbia di Lennox
quel "faro verde"
sfida il gelido vento
che gli "morde il tronco".
Dura è la lotta, dura la sfida.
Nel respiro del mondo
il tuo spirito libero
è lì.
Vola sull' oceano
nella fievole luce di terre lontane.
Ezia Dimonte

Il 25 marzo è istituita con apposito decreto la giornata per  celebrare Dante nel mondo. Noi dell' Eurolevante, collegate fra noi  virtualmente,  prime fra le Ute di Puglia, in esilio nelle nostre case dal 26 febbraio per evitare il contagio CVD-19, salutiamo il Poeta con i versi di Ezia Di Monte


A DANTE nel DANTEDI'!

Grande Poeta,
altissimo signor del sommo canto
col tuo Inferno un cupo orrore additi
a questa stolta umanità infelice
Ed è un inferno quel che stiam vivendo:
giorni di lutto, lacrime e rovine
alla mercè di paura e smarrimento
Ma se del Purgatorio, come insegni,
umilmente la china scaleremo,
l'arduo cammino
che allora ci indicasti
ci farà ritrovar la retta via
e a riveder le stelle riusciremo
E.C. Ezia Dimonte


(Un testo dedicato agli artisti della mostra)

Un'aula disadorna
è accesa di colori.
Su di un tappeto verde
affondi le tue orme
piedi nudi sul prato...
È fresca la rugiada.

Splende nel cielo azzurro
l'azzurrognola chioma
dell'annoso ulivo.
Il tronco una scultura,
come di statuine
nel sughero scolpite.

I teneri visini
di pensose bambine
sembrano rimirare
le icone dorate... 
Anch'io son ferma lì
diffusa di splendore.

I ricordi di Grecia
affioran nella mente.
Meteore appollaiate
sulla cima del monte.
Lo spirito si eleva
in ascesa sublime.

... E il silenzio impera.

            Edmea Fantazzini
La mano di un vecchio
ha le vene sollevate
come le radici del pino
che divelgono l'asfalto
della strada usurata;
la mano di un vecchio
ha sparse macchie scure
e se le unisci tratteggiando con la matita
appare la figura della solitudine;
la mano di un vecchio
stringe sempre un fazzoletto
per incollarci una continua lacrima;
la mano di un vecchio
stringe il bastone scuro di legno
che rintocca il lento e sonoro cammino;
la mano di un vecchio
stringe una pillola da ingoiare
per continuare ancora
ad ingoiare altre cento, mille pillole;
la mano di un vecchio trema
ma il tremore non inganni:
è il gesto del tenersi pronto,
un perdurante saluto alla vita
che ormai spinge per andare via.

            Cataldo Cappelluti
Rivivere un'età passata
è l'illusione umana più consueta
così mi sono ritrovato
già canuto
a comprarmi un Pinocchio in legno
come il mio da bambino.
L'inconscia negazione
del tempo che si scolla
s'è improvvisata falegname
ma di vero resta solo il legno
al cui contatto fisico
conviene già abituarmi.

            Cataldo Cappelluti

Le onde tumultuose dell'azzurra distesa
sono lo scenario tormentato
del mio angosciante viaggio
e producono una rumorosa orchestra
che scandisce, con ritmo doloroso,
il distacco dalla mai patria natia.

Con sollievo abbandono
i roboanti aerei da guerra
che solcano, minacciosi, il cupo cielo,
le urla strazianti degli esseri umani
dilaniati dalla violenza
e spodestati
della dignità di uomini
che non riescono ad essere liberi
come Dio li ha creati.

Con tanta nostalgia però
non rivedrò mai più gli incantevoli paesaggi
che mi hanno visto nascere, crescere e gioire
fino a quando il velo del mio tempo
si è squarciato.

Adesso, attraverso mille peripezie,
se sarò fortunato, giungerò in una terra straniera
laddove mille interrogativi popoleranno il mio cuore.
Riceverò accoglienza? Saprò e potrò adattarmi?
Saprò convivere con la nostalgia
che, giorno dopo giorno,
invaderà sempre più la mia anima
e mi trasformerà in un albero sradicato
che più non potrà attingere nutrimento
dalle proprie radici?

Forse il tempo potrà dare una risposta
a una tale miriade di domande,
ma soprattutto la speranza
in un mondo rinnovato,
dove nei cieli potrà sempre splendere
l’arcobaleno della pace
e sulla terra potranno sbocciare fiori multicolori
che soffocheranno le mine vaganti
dell’odio e della guerra.

Solo allora il mio canto
potrà avere un’eco gioiosa
nell’intera umanità.

               Pina Lorusso

Se fossi poeta
ti porterei fra le stelle
a camminare senza meta
fini ad avere brividi sulla pelle.
Se fossi poeta
ti direi che sei tu il mio sole
e io la tua cometa!

            Maria Schiralli

La poesia più bella
non l’ho ancora scritta,
la scriverò forse un giorno
quando come in un sogno
rivedrò il film della mia vita!

            Maria Schiralli

I giorni dell'abbandono
uomini senza donne
la solitudine dei numeri primi
prima o poi l'amore arriva
nessuno si salva da solo

(E. Ferrante, Murakami, Giordano, Benni, Mazzantini)

            Cataldo Cappelluti

L’uomo che guarda
quel che resta del giorno
alla ricerca del tempo perduto
Grandi Speranze
la paura è un peccato

(Moravia, Ishiguro, Proust, Dickens, Fallaci)

            Cataldo Cappelluti

In occasione della mostra "Sandro Chia e i Guerrieri di Xi'An" Ezia Di Monte ha scritto

A tu per tu col guerriero

Sarebbe stato fantastico raggiungerti usando solo lo scalone monumentale del bellissimo palazzo che ti ospita fino al 31 marzo. Avrei avuto il tempo di abituare lo sguardo e la mente alla bellezza e all'imponenza dell'impatto con te. Tu, guerriero di terracotta, insieme ai tuoi otto compagni, hai catturato la mia attenzione, trasformando in pochi secondi la curiosità in sincera ammirazione. Le pennellate verdi e i colori vivaci che decorano non solo il tuo volto, nulla hanno tolto all'austerità che emana dalla tua figura. La postura e la fissità del tuo sguardo enigmatico, mi hanno fatto percepire una storia e un tempo lontani dal mio, ma la vivacità dei colori che la libertà espressiva di un artista contemporaneo come Sandro Chia ha saputo regalarti, mi ha imprevedibilmente avvicinato al tuo mondo. Tu, imperturbabile nella tua posa ieratica, espliciti un insolito connubio tra scultura e pittura e, soprattutto, tra passato e presente, in una mostra che non poteva avere sede migliore della nostra città, crocevia di culture, civiltà e religioni.

Ezia Di Monte